di Luca Scantamburlo
Fonte: www.angelismarriti.it, 13 Luglio 2012, (C) L. Scantamburlo 2012
Nuove note alle immagini a cura di Luca Scantamburlo, 2012
Cortesia NASA/LPI
L'enorme oggetto presente sulla faccia lontana della Luna: distinguibile la forma a sigaro; l'oggetto misterioso è adagiato vicino ai crateri "Izsak": dettaglio dall'immagine NASA catalogata AS15-M-1720, ma ruotata di 90°
Spett.le
Giornale dei Misteri
Gentile
Redazione della pubblicazione mensile Giornale dei Misteri (indicato qui come GdM)
in
questa mia lettera aperta divulgata sul mio sito
www.angelismarriti.it - in merito a quanto da Voi pubblicato nella
rubrica le Vostre lettere di un Vostro recente
numero, vi faccio notare (al di là di legittime opinioni personali)
che sono riportate alcune inesattezze di carattere storico e tecnico
in merito al modulo di escursione lunare "LM" (inizialmente
chiamato "LEM") del Programma spaziale Apollo degli Stati
Uniti d'America, nonché inesattezze ed interpretazioni distorte in
merito alla testimonianza del presunto allunaggio della "fantomatica"
missione militare denominata Apollo 20, ufficialmente mai avvenuta e
che sarebbe stata il frutto di una collaborazione militare USA-URSS
durante la Guerra Fredda. Mi riferisco al Vostro commento scritto da
Massimo Valentini, autore della risposta alla lettera
intitolata “Missioni fantasma”
di Maurizio Monzali di Borgo San Lorenzo (pag. 2, nr. 484, GdM,
giugno 2012), dove sono chiamato in causa con nome e cognome quale
autore di libri. Sulla mia persona e sulle mie ricerche veniva
chiesto un giudizio. Andiamo con ordine e prendiamo in esame alcuni
punti toccati dalla Vostra risposta alla lettera di Maurizio Monzali.
Gentile Redazione della pubblicazione mensile Giornale dei Misteri (indicato qui come GdM)
FINESTRA
DI LANCIO DI APOLLO 20 ED ALLUNAGGIO
Nelle mie interviste e nei miei articoli/libri scritti come
giornalista e saggista o come semplice scrittore freelance, è
sempre stato indicato come momento del lancio di Apollo 20, il mese
di agosto 1976 e non comprendo come mai la Vostra risposta
parli di una "presunta data di allunaggio" di
due anni precedenti. Nella Vostra risposta Voi indicate la
data del "6 agosto 1974", una data mai riferita
dagli interlocutori che ho intervistato, che hanno parlato della data
di partenza del razzo vettore, ma non del preciso giorno di
allunaggio. Secondo "retiredafb" - utente YouTube da me
intervistato alla fine di maggio 2007 - il lancio del vettore Saturno
V di Apollo 20 sarebbe avvenuto il 16 agosto 1976, dalla costa
californiana (un Saturno V che sarebbe stato opportunamente
modificato per un lancio in orbita polare, come spiegato
successivamente da "moonwalker1966delta", il dichiarato
Comandante di Apollo 19 e anch'egli utente di YouTube; specifica
infatti egli in una delle sue poche risposte in Rete agli utenti
della comunità di files sharing: “ [...] both Apollo 19 and
Apollo 20 Saturn V have been modified to reach polar orbit and that
is the right reason why you can see saturn V leaved first stage at
higher altitude then Apollo usual missions.”).
Dunque,
a rigore di logica, il preteso allunaggio sulla faccia lontana della
Luna sarebbe avvenuto qualche giorno più tardi. Non comprendo
pertanto da dove provenga il dato riferito al 6 agosto 1974 (si veda
la pagina 3 del nr. 484 del Giornale Dei Misteri, rubrica Le
Vostre Lettere). Inoltre, mi preme sottolineare che una finestra
di lancio ottimale - per avere sufficiente luce solare sul lato
lontano della Luna - sia rispettata con un presunto liftoff in
data 16 agosto 1976. Proprio anni fa (nel 2007) ne discussi sulla
base di un commento tecnico fornitomi da un attento lettore, che qui
riproduco:
[...]
Veniamo
ora al periodo del presunto allunaggio. Scrive sempre il nostro
attento lettore
Francesco
Faleg:
<< […] La data della presunta missione è
ugualmente oscura, nella sua intervista retiredafb non risponde in
modo diretto alle sue domande (lei a un certo punto chiede quando
avvenne il lancio, ma non ottiene risposta alla fine). Tuttavia forse
è possibile restringere l'intervallo di tempo: si nota facilmente
che la superficie è illuminata almeno parzialmente (lo si deduce
anche dalle ombre) quindi era un periodo in cui il lato nascosto
della Luna era illuminato. Questo trova perfettamente riscontro se si
confrontano i luoghi e le date dei vari allunaggi delle precedenti
missioni con un banale calendario delle fasi lunari: le missioni
erano pianificate per avere sempre luce solare disponibile, un
ragionamento quasi ovvio. Ho ottenuto questi dati attraverso il
programma "Pianeti Lontani 5" della Finson, un programma
che permette di vedere le fasi lunari in tempi anche lontani (come
gli anni '70); in seguito li ho confrontati con i luoghi di
allunaggio consultabili qui
http://nssdc.gsfc.nasa.gov/planetary/lunar/moon_landing_map.jpg
In
breve la missione Apollo 20, nel caso sia esistita veramente, deve
essersi svolta in un periodo preciso, quando il lato nascosto aveva
luce e il lato visibile non ne aveva. Nell'Agosto 1976 possiamo
identificare una finestra di lancio adeguata. Presupponendo una
durata della missione di 4 giorni (possiamo ipotizzarla, data
l'importanza della missione) una luminosità ideale si sarebbe avuta
allunando il giorno Domenica 22 Agosto per poi ripartire giovedì 26
Agosto. Non essendo preveggente, possiamo comunque indicare il
periodo compreso fra il 22 e il 27.>>
da
una e-mail di Fracesco Faleg a L. Scantamburlo (2007).
18
Settembre 2007
La copertina di UFO Notiziario nr.71 (ottobre-novembre 2007) con ulteriori scritti sul caso Apollo 20, con diversi approcci e prospettive (oltre ad opinioni fortemente
scettiche sulla credibilità del caso, è presente un articolo di Luca
Scantamburlo dove si cita a pagina 22 la data del 16 agosto 1976, come
presunta data di lancio di Apollo 20, sulla base delle rivelazioni di
"retiredafb")
In
realtà "William Rutledge" alias "retiredafb" -
chiunque egli sia, un semplice impostore o addirittura qualcuno
legato all'identità di un autentico Rutledge, ex astronauta militare
per il DoD statunitense - nella sua risposta alla mia domanda nr. 11
in cui chiedo quando fu lanciato Apollo 20, risponde anche se non
direttamente: egli cita l'anno 1976, ma non il mese esatto in cui
sarebbe avvenuta la messa in orbita (si veda la risposta alla domanda
undici della mia intervista, pubblicata su UFO Notiziario nr.
70, agosto-settembre 2007). Apollo 20 sarebbe partito dalla Base
Aerea di Vandenberg (un poligono di lancio dell'USAF, che si trova
fra Los Angeles e San Francisco, e che si estende per decine di
chilometri in lunghezza, e per circa dieci in larghezza) il 16 agosto
1976 secondo quanto asserito altrove (e sempre in Rete) dal
dichiarato Comandante di Apollo 20. Questa informazione (vera o falsa
che sia) è stata da me ricordata in diversi miei articoli dal 2007
in poi, così come nel mio saggio dedicato al caso. Si prenda ad
esempio l'articolo <<Il caso Apollo 20: debunking o cavallo
di troia per la verità>>, a mia firma e pubblicato sul nr.
71 del bimestrale UFO Notiziario (pag. 22, ottobre-novembre
2007). Il presunto testimone "retiredafb" riferì la data
sin dai primi giorni di divulgazione in Rete, e lo fece nelle note di
commento al suo video intitolato "APOLLO 20 Legacy liftoff
Apollo 20 saturne 5", un
filmato postato il 9 aprile 2007 sul suo canale
di YouTube (canale di "retiredafb", video poi rimosso
insieme a tanti altri). Anche
se i video originari e le relative note di commento di “retiredafb”
sono state rimosse, i miei articoli su carta stampata testimoniano
quanto da me ricordato sulla presunta data di partenza di Apollo 20.
Quindi il modulo di Comando e Servizio ed il Modulo Lunare LM (il
“LEM”) avrebbero raggiunto la Luna circa 3-4 giorni dopo, e
dunque possiamo ipotizzare attorno al 19-20 agosto 1976, proprio in
corrispondenza dell’inizio del favorevole periodo individuato
prima. Il dichiarato “W. Rutledge”, inoltre, ha affermato che
rimasero sulla Luna per <<7 giorni programmati>>.
<< […] La data della presunta missione è ugualmente oscura, nella sua intervista retiredafb non risponde in modo diretto alle sue domande (lei a un certo punto chiede quando avvenne il lancio, ma non ottiene risposta alla fine). Tuttavia forse è possibile restringere l'intervallo di tempo: si nota facilmente che la superficie è illuminata almeno parzialmente (lo si deduce anche dalle ombre) quindi era un periodo in cui il lato nascosto della Luna era illuminato. Questo trova perfettamente riscontro se si confrontano i luoghi e le date dei vari allunaggi delle precedenti missioni con un banale calendario delle fasi lunari: le missioni erano pianificate per avere sempre luce solare disponibile, un ragionamento quasi ovvio. Ho ottenuto questi dati attraverso il programma "Pianeti Lontani 5" della Finson, un programma che permette di vedere le fasi lunari in tempi anche lontani (come gli anni '70); in seguito li ho confrontati con i luoghi di allunaggio consultabili qui
La copertina di UFO Notiziario nr. 70, agosto-settembre 2007, dove fu pubblicata tradotta in italiano l'intervista all'insider "retiredafb", preteso Comandante di Apollo 20.
Intervista e servizio a firma di Luca Scantamburlo
IL
MODULO LUNARE, IN BREVE "LM"
Sempre a pagina 3 della Vostra pubblicazione (qui indicata brevemente
come GdM, nr. 484, giugno 2012) la vostra firma afferma che "il
LEM era progettato per tre persone: due sole avrebbero avuto serie
difficoltà a manovrarlo". Tale
affermazione è destituita di fondamento storico in quanto il
veicolo in questione - indicato in seguito come "LM" e non
più "LEM", acronimo ad un certo punto abbandonato dalla
NASA anche se la sostanza e la pronuncia non cambia - fu progettato
privo di sedili e costruito dalla Grumman proprio per essere pilotato
da due (2) persone, e non tre come da Voi indicato. L'equipaggio di
tre persone per le missioni Apollo prevedeva infatti un Comandante
(CDR), ed un pilota del Modulo di Comando (CMP)
con il compito di
restare in orbita attorno alla Luna (orbita circumlunare) con il
modulo di comando e servizio agganciati (questa sì una capsula
triposto, in breve CSM, acronimo di “Command and Service Modules”). Dei
tre componenti, due membri dell'equipaggio (il Comandante ed il pilota
del Modulo Lunare, LMP) impegnati nelle manovre di allunaggio con il
modulo lunare "LM". Nel mio volume Apollo 20. La
rivelazione, evidenzio anche che il dichiarato William Rutledge,
in qualità di Comandante di Apollo 20 e preteso ex pilota
collaudatore - nickname "retiredafb"- mostra di conoscere
questioni tecniche ed aspetti storici molto dettagliati e prerogativa
di addetti ai lavori.
Ad esempio egli ha affermato che durante la sua segreta missione di
allunaggio occupava il finestrino di sinistra del LM (stazione di
sinistra del modulo di escursione lunare; si veda la mia intervista
in proposito). Di conseguenza l'astronauta compagno dell'allunaggio,
avrebbe occupato quello di destra. Ebbene, il cosmonauta sovietico
Alexei Leonov - che sarebbe stato anch'egli membro dell'equipaggio di
Apollo 20 - è sempre stato indicato come LMP (“Lunar Module
Pilot”, Pilota del Modulo Lunare) nella discutibile testimonianza,
e consultando testi di storia dell'astronautica in lingua inglese,
dopo alcuni anni ho trovato che storicamente il pilota LMP per le
missioni Apollo occupava proprio la stazione destra all'interno del
LM, dato coerente con le informazioni fornite dal dichiarato William
Rutledge (si veda in proposito il capitolo XIII Apollo 19/20: le
mie ulteriori rivelazioni, Apollo 20. La rivelazione, di
Luca Scantamburlo, Lulu.com, Lulu Press, Inc.,2010). Naturalmente non
significa che necessariamente tale personaggio sia chi dice di
essere. Tuttavia, tali aspetti non possono essere ignorati. Il caso
presenta ricchezza storica e tecnica, e non soltanto un estremo
fascino (fascino peraltro riconosciuto dalla Vostra stessa firma
giornalistica che ha risposto alla lettera citata, quando la descrive
come "una storia appassionante ma falsa", pag.
3, GdM, ibidem).
CONTRADDIZIONI,
INGANNI E L'INCIDENTE DI APOLLO 19
Che fra i video diffusi in Rete ed inerenti il caso "Apollo 20"
vi siano inganni e dati fuorvianti, l'ho sottolineato in più
occasioni. Questo non depone certo a favore della credibilità dei
personaggi cosiddetti testimoni, ma affermare che "non ne
esiste uno autentico" come sostiene la Vostra risposta, mi
pare francamente un'opinione del tutto personale che non rende
giustizia alla complessità della divulgazione e della vicenda
stessa, che dimostra invece una commistione di video e voci reali
(provenienti da archivi), di pregresse missioni lunari ufficiali, con
elementi video ed audio di dubbia origine, ma che ritraggono uomini e
mezzi impegnati in contesti astronautici. Elementi di contraddizione
sono presenti in questo controverso caso, come giustamente ha fatto
osservare la Vostra firma Massimo Valentini (e come anch'io ho fatto
sin dall'anno 2007). Se la risposta al Vostro lettore M. Monzali data
da Massimo Valentini ha dei meriti, è proprio sottolineare che quasi
nulla è quello che sembra.
Valentini
ha posto giustamente l'accento su una delle diverse contraddizioni
del caso, che qui sintetizzo come segue: dapprima "retiredafb"
rivelò che l'equipaggio di Apollo 19 (la missione precedente)
sarebbe deceduto a causa di un incidente nello Spazio nel tentativo
di raggiungere la faccia lontana della Luna, ed in seguito un altro
misterioso personaggio utente di YouTube - fattosi chiamare
"moonwalker1966delta" – intervistato da me nel 2008,
raccontò che in realtà l'equipaggio si salvò dall'incidente. Egli
– infatti, qualificatosi come un ex astronauta NASA - ne sarebbe
stato il Comandante e sopravvisse.
Il
presunto episodio merita tuttavia di essere ricordato con i suoi
particolari: Apollo 19 avrebbe impattato contro un oggetto
sconosciuto (colpito da un “quasi-satellite”, un "something",
qualcosa, forse di origine naturale, o forse no) alla fine della
manovra di inserimento translunare (“TLI”,
nell'acronimo inglese dell'espressione “Trans Lunar Injection”),
e non contro un oggetto alieno sulla Luna. La TLI era una manovra di
spinta propulsiva – che cominciava a distanza di circa 3 ore dal
momento del liftoff - in cui la navicella Apollo sfuggiva alla
gravità terrestre, inserendosi in una studiata orbita translunare ad
alta velocità (viaggio dalla Terra alla Luna), grazie alla spinta
del terzo stadio del Saturno V, riacceso per circa 5 minuti. Essendo
la TLI una manovra di accelerazione che consentiva alla navicella
Apollo di lasciare l'orbita di parcheggio terrestre, è evidente che
non è corretto riferire – come fatto nel numero citato del
Giornale dei Misteri – che Apollo 19 avrebbe impattato
contro un oggetto alieno sulla Luna. Di origine artificiale o
naturale che fosse, l'oggetto – nel racconto di “retiredafb” e
“moonwalker1966delta” - si trovava ancora nel campo
gravitazionale terrestre. L'impatto sarebbe avvenuto al termine della
TLI (dunque ancora ad una considerevole distanza dalla Luna, che
veniva raggiunta dopo un viaggio di almeno 3 giorni). Rispose infatti
“retiredafb” nella mia intervista del maggio 2007:
<<Apollo
19 had a loss of telemetry, a brutal end of mission without data. Now
the truth is unknown but it seems that it was a natural phenomenon, a
collision with a "quasi-satellite ", like Cruithne, or a
meteor (the probability is higher I think).>>
Fermi immagine di un filmato che sarebbe stato realizzato all'interno della capsula di Apollo 19
durante il presunto incidente nello Spazio,
nel febbraio 1976: dal video caricato da
"moonwalker1966delta", su YouTube
Riguardo
alle possibilità di una "truffa" o di una "burla"
di cui parla il giornalista Massimo Valentini, certamente sono delle
possibili interpretazioni del caso Apollo 20. Ma quali sarebbero le
ragioni di tale truffa, e quale sarebbe il vantaggio derivato dalla
manipolazione dell'opinione pubblica? Io stesso ho chiesto a
“retiredafb” - primo a raccontare il caso da protagonista – di
provare che egli non fosse un impostore (ipotesi che presi in
considerazione). La sua risposta di carattere storico –
nell'aneddoto da egli raccontatomi – trovò in seguito alcune
conferme. Ma solo a distanza di molto tempo fui capace di avere
riscontri alle sue parole (cfr. l'aneddoto sulla bandiera di Apollo
17). Naturalmente, ancora una volta ciò non prova né chi dice di
essere né che la sua storia sia fondata ed attendibile. Nondimeno
non ci si può esimere dal riconoscere l'estrema complessità della
vicenda, raccontata con particolari noti a pochi protagonisti
dell'epoca dell'esplorazione spaziale. Se M. Valentini – con la sua
feroce critica al caso – vuole sottolineare contraddizioni ed
ambiguità dei presunti testimoni, egli fa bene. Ma le motivazioni
della parziale manipolazione dell'opinione pubblica che scaturisce
dal caso Apollo 20 (per chi assume posizione fideistiche di
scetticismo assoluto oppure di fede cieca, senza esercitare il
dubbio), non possono essere a mio avviso quelle della semplice burla
o della truffa. L'interesse che negli anni ho poi raccolto
privatamente da ogni latitudine del globo – con persone che mi
hanno scritto in inglese da diversi continenti, dandomi suggerimenti
e contributi di analisi – testimoniano che persone dotate di
intelligenza e buona cultura (e talora anche addetti ai lavori del
mondo scientifico o del volo aereo) sono stati capaci di andare al di
là delle contraddizioni evidenti, e di leggere la storia per quello
che suggerisce, e che lascia intravedere. Inoltre, nel mio libro ho
svolto considerazioni ed approfondimenti che cercano di trovare una
logica ad alcune delle diverse contraddizioni rilevate. Dati
fuorvianti ed inganni costellano il caso, ma vi è una logica dietro
tutto ciò. Non si tratta di meri errori od approssimazioni ed
artifizi per dissimulare un inganno.
Ora,
prendiamo ad esempio il personaggio "moonwalker1966delta".
Valentini lo definisce "poco chiaro". In realtà tale
utente di YouTube ha integrato la testimonianza di “retiredafb”,
chiarendo tecnicamente alcuni aspetti di essa, ed ha fornito
sufficienti indizi riguardo la sua presunta reale identità, e
chiunque conosca un minimo di storia dell'astronautica non avrebbe
difficoltà ad individuare il suo possibile nome in una ristretta
cerchia di astronauti del Programma Gemini. Egli stesso sta
continuando (anche nel corrente anno 2012) ad arricchire la
testimonianza di Apollo 19-20 con filmati apparentemente inediti di
Apollo 19 e soprattutto 20, e note tecniche e storiche divulgate sul
suo canale di YouTube, anche se permangono alcune zone d'ombra in
merito ad alcuni aspetti di quanto commenta. Nondimeno le sue
informazioni - lo ripeto ancora una volta - mostrano talora
conoscenze prerogative di addetti ai lavori ai massimi livelli
tecnico-scientifici (si veda ad esempio la sua sintetica ma precisa
spiegazione dell'acronimo "DPI" o "PDI",
spiegazione di cui parlo nel mio saggio Apollo 20. la
rivelazione).
Una
sigla che si riferisce alla manovre di frenata del modulo lunare, in
orbita attorno alla Luna, per poter effettuare successivamente la
discesa sul suolo selenico (cfr. il capitolo XIII del mio saggio).
RISPETTO
DEI TESTI E DELLE FONTI
Mi pare di intuire che il mio libro Apollo 20. La rivelazione
- indicato dal Vostro lettore Maurizio Monzali – non sia stato
letto ed esaminato con sufficiente attenzione, altrimenti non avrei
trovato scritto sul GdM che il modulo di escursione lunare "LEM"
era progettato per tre persone, perché il numero esatto (due in
realtà) di astronauti occupanti il modulo lunare si evince bene
dalla lettura del mio saggio sul caso Apollo 20, proprio sulla base
della testimonianza dei due insiders da me interpellati. Né
avrei trovato scritto che Apollo 20 sarebbe allunato il 6 agosto 1974
(una data mai riferita nel contesto testimoniale del caso), perché
basta proprio consultare il mio saggio Apollo 20. La rivelazione,
per trovare la data del presunto lancio di Apollo 20, indicata da
questo discutibile personaggio ("retiredafb"), chiunque
egli sia. Si consulti in proposito pag. 230 (Appendice II) dove la
data del 16 agosto 1976 è riportata sulla base delle note di
commento di YouTube (si veda anche la pagina 44 del capitolo II e la
pagina 82 del capitolo III, dove ricordo al lettore del libro sempre
il mese di agosto 1976).
Ma
senza per forza consultare il mio libro, era sufficiente consultare
gli articoli in Rete presenti nel mio sito Web angelismarriti.it,
in particolare quello riferito al commento del mio lettore di nome
Francesco Faleg, e prima ricordato. Nondimeno lo stesso Valentini
dice - rivolgendosi al "signor Monzali" - che conosce "bene
gli argomenti trattati nei libri da Lei indicati", ma non
dice di aver letto i miei saggi nè di aver letto i miei articoli, e
dunque in un certo senso la sua analisi ne risente e ne è figlia.
Per conoscere bene gli argomenti trattati, secondo me, non si può
prescindere dalla lettura delle due interviste che ho realizzato con
i due "insiders", autori della divulgazione in Rete. Per
quanto concerne uno dei target delle presunte missioni (la
cosiddetta astronave madre aliena) sulla faccia lontana della Luna,
Valentini afferma che si tratta di una “semplice depressione del
terreno”. A mio avviso si tratta di una mera opinione tutta da
dimostrare. Diversi scatti fotografici realizzati dall'equipaggio di
Apollo 15 e 17 mostrano – da diverse angolazioni, e con diverse
condizioni di luce solare, che si tratta di un oggetto solido di
enormi dimensioni, dalla forma sigariforme (lungo circa 4 km). Di
natura artificiale o naturale? Su questo si può discutere. Ma per
quale motivo l'opinione di Valentini dovrebbe avere più valore della
mia? Non ho ancora conoscenza di almeno tre geologi di fama che –
in maniera indipendente - si siano pronunciati pubblicamente
descrivendo (con sicurezza) il presunto oggetto lunare in esame come
una semplice “depressione del terreno” lunare.
Aggiungo
un commento sul poligono di lancio spaziale di Vandenberg
(California) – su cui Valentini non si esprime sulle pagine del
GdM, probabilmente per motivi di scelta, o di spazio di
pagina. Ebbene, molti in Rete e sulle pubblicazioni ufologiche, in
passato hanno affermato che Vandenberg sarebbe stata una pessima
scelta come base da cui lanciare un razzo enorme come il celebre
Saturno V, il quale sarebbe stato avvistato (a causa delle enorme
dimensioni) e riconosciuto, facendo così venire meno il carattere di
segretezza della missione. Proprio consultando testi di addetti ai
lavori – e visionando foto degli anni '80 del secolo scorso – ho
trovato che semmai è vero proprio il contrario. Scrive infatti il
volume Verso lo spazio, scritto a più mani da giornalisti
specializzati e scienziati, nel suo paragrafo dedicato alla
Vandenberg Air Force Base: “[...] un sito ideale per i lanci
verso Ovest e soprattutto verso nord per le orbite polari”.
Proprio GdM come ha sottolineato “moonwalker1966delta”: un
lancio segreto in orbita polare. Ma il volume da me citato dice anche
successivamente: “[...] le colline circostanti, alte fino a 300
metri, impediscono agli estranei la visuale della piattaforma di
lancio”.
Passi
tratti dal volume Verso lo spazio, dal capitolo I centri
spaziali , scritto da Giorgio
Rivieccio, giornalista scientifico; pag.16. Arnoldo Mondadori
Editore, Milano, 1985.
Sempre
nel paragrafo, si ricorda che la base di Vandenberg fu scelta per le
missioni Space Shuttle militari, anche se poi il programma fu
cancellato (ma questo il volume non lo dice, essendo datato 1985), a
seguito del drammatico incidente dello Shuttle Challenger (1986), che
cambio la politica della NASA e dell'USAF.
Che
le colline di Vandenberg nascondano alla vista di estranei le
piattaforme di lancio, si deduce ad esempio prendendo in esame una
foto realizzata da un militare dell'USAF (tale Bill Thompson)
nell'anno 1985: la foto – che mostra il cosiddetto “Slick 6”,
il Complesso di Lancio Spaziale numero 6 (SLC-6) da cui sarebbe
partito Apollo 19 nel febbraio 1976 - si trova nel corredo
fotografico dell'articolo “Space Shuttle Enterprise Unveiled 35
Years Ago to Star Trek Fanfare”, di Ken Kremer, pubblicato il
18 settembre 2011. La didascalia della foto specifica quanto segue:
“Space Shuttle Enterprise at Space Launch Complex 6 (SLC6 )
at Vandenberg , Air Force Base, on February 1, 1985. Credit: Tech.
Sgt. Bill Thompson/USAF”.
Ecco
il link a cui accedere per esaminare la fotografia:
Questo
il collegamento all'articolo:
Sicuramente
nell'anno 1976 la situazione sarà stata analoga, se non ancora più
sicura rispetto ad occhi indiscreti.
CONCLUSIONI
Ho
la netta sensazione che - fermo restando un sano scetticismo da parte
del Vostro Massimo Valentini (autore della risposta alla lettera del
Monzali) ed una sana prudenza su un caso controverso e dalla
possibile lettura a più livelli - la Vostra rubrica dedicata alle
Lettere non abbia risposto esaurientemente alla domanda del Maurizio
Monzali. Lo studioso toscano di Borgo San Lorenzo – che so essere
attivo collaboratore della S.U.F. del prof. Solas Boncompagni -
sottolineava che sarebbe sufficiente che se solo una parte delle
affermazioni riportate nei miei testi corrispondessero alla realtà
dei fatti, verrebbe rivoluzionata l'intera storia dell'astronautica e
dell'esplorazione spaziale. I miei ultimi comunicati stampa -
scaricabili dal sito www.angelismarriti.it - indicano che almeno una
verità appare altamente probabile: le potenze USA ed URSS, durante
gli anni'70 del secolo scorso, furono impegnate in attività
astronautiche segrete e congiunte (con equipaggi misti). Sugli
obbiettivi reali di tali missioni e sui loro tempi, si può
naturalmente discutere a lungo, pro e contro, non essendoci ancora
sufficiente chiarezza in merito a dati scientifici e testimonianze.
Personalmente
io mi sono limitato a porre la questione giornalistica della
testimonianza controversa di questi dichiarati insiders
(dall'identità dubbia), e con le mie modeste forze ho
tentato di dare alcune risposte e di interpretare provvisoriamente
dati ed affermazioni sconcertanti, inseriti in un contesto
plausibile. Ma l'ho fatto più recentemente anche incrociando i dati
ed i ricordi di terzi, di altre persone che al tempo dei presunti
fatti asseriscono di aver intercettato voci radio analoghe e coerenti
con alcuni fatti narrati nel caso Apollo 19-20. Personaggi che mi
hanno contattato a seguito della divulgazione del caso stesso.
In
ultima analisi - fermo restando che ognuno è libero di giudicare
come crede e legittimamente il giornalista M. Valentini argomenta il
caso invitando il lettore a prendere le distanze dalla storia di
Apollo 20 (storia che egli giudica non veritiera, a differenza del
mio punto di vista che ritiene il caso degno di estrema attenzione,
in quanto contiene a mio avviso alcuni elementi di una verità
occulta, mescolati ad arte con dati fuorvianti) – mi auguro che la
prossima volta che la Vostra pubblicazione darà risposte a lettere
che interpellano il Giornale su presunte missioni spaziali segrete,
fornirà senza dubbio una lettura critica più rigorosa e fedele alle
fonti ed alle testimonianze coinvolte. Seppur controverse e di
difficile lettura. Nel rispetto della difficile ricerca della verità
e del pregresso lavoro giornalistico altrui.
Una
rivista storica e prestigiosa come la Vostra, lo deve ai Suoi attenti
lettori appassionati del mistero; perlomeno questa è la mia sincera
opinione.
Luca
Scantamburlo, 13
luglio 2012
freelancer
socio della F.L.I.P. (Free Lance International Press di Roma)
e
della I.A.P.P. (International Association of Press Photographers).
Lo scrtto sopra
riportato è liberamente riproducibile in Rete, a condizione che non
venga alterato e che venga sempre specificato l'Autore, la data e
le fonti bibliografiche. Sito Web dell'Autore: www.angelismarriti.it
FONTI
BIBLIOGRAFICHE E DI RIFERIMENTO:
Verso
lo spazio, AA.VV., Arnoldo
Mondadori Editore, Milano, 1985
Apollo
20. La rivelazione,
di Luca Scantamburlo, Lulu.com, Lulu Press, Inc., USA, seconda
ristampa, genn. 2011 (prima edizione, dicembre 2010).
UFO
Notiziario, nr.70, agosto-settembre 2007
UFO
Notiziario, nr. 71, ottobre-novembre 2007
APPROFONDIMENTI
SUL CASO APOLLO 20,
di
Luca Scantamburlo, 18
Settembre 2007
Dai
commenti al video “APOLLO
19 LAUNCH”
caricato
su YouTube da moonwalker1966delta in data 20 novembre 2009
in
risposta a commento di utente YouTube (anno 2010)
Canale
di moonwalker1966delta su YouTube
“Space
Shuttle Enterprise Unveiled 35 Years Ago to Star Trek Fanfare”
di
Ken Kremer, 18 settembre 2011
AN
ALIEN SPACESHIP ON THE MOON: INTERVIEW WITH WILLIAM RUTLEDGE,
MEMBER
OF THE APOLLO 20 CREW
http://www.angelismarriti.it/ANGELISMARRITI-ENG/REPORTS_ARTICLES/Apollo20-InterviewWithWilliamRutledge.htm
di
Luca Scantamburlo, 25 maggio 2007
AN
INTERVIEW WITH APOLLO 19 COMMANDER
di
Luca Scantamburlo, 15 settembre 2008
Fonte: www.angelismarriti.it, di L. Scantamburlo, (C) 13 luglio 2012
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Intervista e servizio a firma di Luca Scantamburlo
Ad esempio egli ha affermato che durante la sua segreta missione di allunaggio occupava il finestrino di sinistra del LM (stazione di sinistra del modulo di escursione lunare; si veda la mia intervista in proposito). Di conseguenza l'astronauta compagno dell'allunaggio, avrebbe occupato quello di destra. Ebbene, il cosmonauta sovietico Alexei Leonov - che sarebbe stato anch'egli membro dell'equipaggio di Apollo 20 - è sempre stato indicato come LMP (“Lunar Module Pilot”, Pilota del Modulo Lunare) nella discutibile testimonianza, e consultando testi di storia dell'astronautica in lingua inglese, dopo alcuni anni ho trovato che storicamente il pilota LMP per le missioni Apollo occupava proprio la stazione destra all'interno del LM, dato coerente con le informazioni fornite dal dichiarato William Rutledge (si veda in proposito il capitolo XIII Apollo 19/20: le mie ulteriori rivelazioni, Apollo 20. La rivelazione, di Luca Scantamburlo, Lulu.com, Lulu Press, Inc.,2010). Naturalmente non significa che necessariamente tale personaggio sia chi dice di essere. Tuttavia, tali aspetti non possono essere ignorati. Il caso presenta ricchezza storica e tecnica, e non soltanto un estremo fascino (fascino peraltro riconosciuto dalla Vostra stessa firma giornalistica che ha risposto alla lettera citata, quando la descrive come "una storia appassionante ma falsa", pag. 3, GdM, ibidem).
nel febbraio 1976: dal video caricato da "moonwalker1966delta", su YouTube
e della I.A.P.P. (International Association of Press Photographers).
FONTI BIBLIOGRAFICHE E DI RIFERIMENTO:
Poiché conosco molto bene Luca Scantamburlo, in quanto, oltre che amico anche relatore di elevata caratura nei miei meeting internazionali d'Ufologia, inviterei il giornalista M. Valentini ad assumere una posizione meno scettica, dettata visibilmente dall'approfondimento logico dei testi di Scantamburlo. Prof. Sebastiano Di Gennaro (Direttore dell'USAC-Centro Accademico Studi Ufologici)
RispondiEliminaCiao Luca, ottima idea questo blog.
RispondiEliminaChe diventi un luogo di confronto, serio, corretto, e teso verso la verità, tutta da scoprire e investigare, con lo spirito di serena obiettività che anima il vero ricercatore.