John Young's official astronaut portrait.
Credits: NASA / JSC
Il 5 gennaio 2018 è morto a Houston, all'età di 87 anni, John W. Young, un astronauta statunitense che è stata una vera e propria leggenda non solo per il popolo americano: l'unico astronauta ad aver volato in tre differenti veicoli spaziali della NASA: egli partecipò attivamente a due missioni Gemini (la nr. 3 e la nr. 10), a due missioni Apollo (la nr. 10 e la nr. 16, quest'ultima comandata e conclusa con allunaggio) e fu anche pilota di due missioni Space Shuttle (STS-1 ed STS-9). Della prima missione Space Shuttle, (12-14 aprile 1981) fu anche Comandante (con Robert "Bob" L. Crippen come co-pilota).
Originario di San Francisco (in cui nacque il 24 settembre 1930), dopo la scuola in Florida e gli studi universitari compiuti ad Atlanta (al Georgia Tech, diploma in ingegneria aeronautica nel 1952) e l'impiego militare in Guerra di Corea come pilota di caccia, fu scelto successivamente come astronauta della NASA, all'inizio degli anni'60 del secolo scorso. Young fu dal 1959 al 1962, anno di chiamata alla NASA, anche test pilot (cioè pilota collaudatore) per la U.S. Navy (Marina), da cui si congedò nel 1976 con i gradi di Capitano.
Le complicanze della polmonite che lo aveva colpito recentemente, hanno stroncato la sua vita nella sua casa, nei primi giorni di gennaio 2018. Fu Capo dell'Ufficio Astronauti fino al 1987. Dal maggio 1987 fino al febbraio 1996, Young lavorò come Assistente Speciale del Direttore del JSC (Johnson Space Center) per l'ingegneria, la sicurezza e le operazioni (Special Assistant to the Director of JSC for Engineering, Operations, and Safety). Si ritirò dalla NASA il 31 dicembre 2004.
https://www.nasa.gov/astronautprofiles/young/
6 gennaio 2018
"NASA Mourns the Passing of Astronaut John Young"
Durante la sua carriera operativa, nel 1973, divenne - come già detto - capo del corpo astronautico della NASA. Da sempre impegnato a migliorare e sensibilizzare la sicurezza dei voli spaziali, negli ultimi anni della sua vita John W. Young - oramai in pensione - si dedicò a promuovere la cultura della sicurezza dei voli spaziali e la cultura della sopravvivenza della specie umana, a rischio a causa dell'impatto catastrofico con i corpi celesti, come comete ed asteroidi: eventi rari se non rarissimi nell'arco di una civiltà, ma sicuramente dall'impatto potenzialmente devastante per un sistema sociale ed economico diffuso su scala globale. Nel maggio 1981 ricevette direttamente dal Presidente degli USA, Ronald Reagan - assieme al suo Vicepresidente George Bush - la Congressial Space Medal of Honor, la più alta onoroficenza conferita ad un astronauta, che premia chi si è distinto - fra gli astronauti USA - per i più alti sforzi meritori e per i suoi contributi apportati al benessere della nazione americana, e di tutta l'umanità.
Durante gli studi universitari giovanili di ingegneria aeronautica presso il Georgia Institute of Technology - il Georgia Tech - fu anche prescelto come membro di una segreta confraternita studentesca i cui riti di iniziazione erano riservati ("segreti"), chiamata ANAK SOCIETY (particolare biografico raccontato direttamente da egli stesso, nel suo libro autobiografico intitolato "Forever Young. A Life of Adventure in Air and Space", di John W. Young e James R. Hansen, pag. 21, University Press of Florida, 2012).
Il nome Anak deriva da un termine biblico, veterotestamentario per la precisione, che ha che fare con i figli di Anak, probabilmente la progenie dei cosiddetti Nephilim, di cui parla il Libro dei Numeri, quarto Libro del Vecchio Testamento (Bibbia) e della Torah ebraica (Numeri 13:22-33), quando racconta il resoconto degli uomini di Mosè ed Aronne, dopo l'esplorazione della terra di Canaan. Impossibile non cogliere il riferimento etimologico e la radice contenuta nel più antico sumerico Anunna, poi in accadico Anunnaki, creature "divine" adorate in terra mesopotamica migliaia di anni fa.
Citiamo direttamente dalla versione biblica della CEI:
"[33] ... vi abbiamo visto i giganti, figli di Anak, della razza dei giganti, di fronte ai quali ci sembrava di essere come locuste e così dovevamo sembrare a loro".
http://www.vatican.va/archive/ITA0001/__P3M.HTM
"John Young, moon walker and NASA’s longest-serving astronaut, dies at 87"
di Matt Schudel, 6 gennaio 2018
https://www.washingtonpost.com/local/obituaries/john-young-moon-walker-and-nasas-longest-serving-astronaut-dies-at-87/2018/01/06/5ef1d15c-f313-11e7-b390-a36dc3fa2842_story.html?utm_term=.310dbd7f76bf
e
"[33] ... vi abbiamo visto i giganti, figli di Anak, della razza dei giganti, di fronte ai quali ci sembrava di essere come locuste e così dovevamo sembrare a loro".
Numeri, Vecchio Testamento, Bibbia
traduzione della Conferenza Episcopale itlaiana, CEI
Copyright © Conferenza Episcopale Italiana
I discendenti di Anac (o Anak), sono dunque i cosiddetti Anakim. Altro termine biblico collegato a creature gigantesce è quello di Refa'im.
Ma la vita di John Young, eccezionale e valente pilota della Marina militare prima, ed astronauta della NASA poi, potrebbe (il condizionale è d'obbligo) nascondere alcune pagine di storia segrete, e che porterebbero altro merito e lustro alla straordinaria carriera di un cittadino americano che ha saputo comandare tre diverse navicelle spaziali, concepite in periodi storici diversi, della conquista dello Spazio?
Vediamo assieme alcuni necrologi dei più prestigiosi quotidiani americani:
"John Young, moon walker and NASA’s longest-serving astronaut, dies at 87"
di Matt Schudel, 6 gennaio 2018
https://www.washingtonpost.com/local/obituaries/john-young-moon-walker-and-nasas-longest-serving-astronaut-dies-at-87/2018/01/06/5ef1d15c-f313-11e7-b390-a36dc3fa2842_story.html?utm_term=.310dbd7f76bf
e
"Legendary astronaut and moonwalker John Young has died, NASA says"
di Marcia Dunn, Associated Press, 6 gennaio 2018
http://www.chicagotribune.com/news/nationworld/ct-john-young-dead-20180106-story.htm
In entrambi i titoli dei necrologi, si rimarca il suo ruolo storico come "moonwalker": camminatore/passeggiatore sulla Luna.
Ne parlerò probabilmente in futuro - a tempo debito - perché ora mi sembra prematuro, visto il dolore vissuto in questi giorni dai suoi cari, amici ed ex colleghi, che lo ricordano con affetto ed ammirazione.
29 gennaio 2018