mercoledì 18 luglio 2012

Lettera aperta al Giornale dei Misteri: fonti e dati del caso Apollo 19/20

di Luca Scantamburlo

Fonte: www.angelismarriti.it, 13 Luglio 2012, (C) L. Scantamburlo 2012

 Nuove note alle immagini a cura di Luca Scantamburlo, 2012



Cortesia NASA/LPI
L'enorme oggetto presente sulla faccia lontana della Luna: 
distinguibile la forma a sigaro; l'oggetto misterioso è adagiato vicino ai crateri "Izsak": dettaglio dall'immagine NASA catalogata AS15-M-1720, ma ruotata di 90°

Spett.le Giornale dei Misteri
Gentile Redazione della pubblicazione mensile Giornale dei Misteri (indicato qui come GdM)
in questa mia lettera aperta divulgata sul mio sito www.angelismarriti.it - in merito a quanto da Voi pubblicato nella rubrica le Vostre lettere di un Vostro recente numero, vi faccio notare (al di là di legittime opinioni personali) che sono riportate alcune inesattezze di carattere storico e tecnico in merito al modulo di escursione lunare "LM" (inizialmente chiamato "LEM") del Programma spaziale Apollo degli Stati Uniti d'America, nonché inesattezze ed interpretazioni distorte in merito alla testimonianza del presunto allunaggio della "fantomatica" missione militare denominata Apollo 20, ufficialmente mai avvenuta e che sarebbe stata il frutto di una collaborazione militare USA-URSS durante la Guerra Fredda. Mi riferisco al Vostro commento scritto da Massimo Valentini, autore della risposta alla lettera intitolata “Missioni fantasma di Maurizio Monzali di Borgo San Lorenzo (pag. 2, nr. 484, GdM, giugno 2012), dove sono chiamato in causa con nome e cognome quale autore di libri. Sulla mia persona e sulle mie ricerche veniva chiesto un giudizio. Andiamo con ordine e prendiamo in esame alcuni punti toccati dalla Vostra risposta alla lettera di Maurizio Monzali.


FINESTRA DI LANCIO DI APOLLO 20 ED ALLUNAGGIO
Nelle mie interviste e nei miei articoli/libri scritti come giornalista e saggista o come semplice scrittore freelance, è sempre stato indicato come momento del lancio di Apollo 20, il mese di agosto 1976 e non comprendo come mai la Vostra risposta parli di una "presunta data di allunaggio" di due anni precedenti. Nella Vostra risposta Voi indicate la data del "6 agosto 1974", una data mai riferita dagli interlocutori che ho intervistato, che hanno parlato della data di partenza del razzo vettore, ma non del preciso giorno di allunaggio. Secondo "retiredafb" - utente YouTube da me intervistato alla fine di maggio 2007 - il lancio del vettore Saturno V di Apollo 20 sarebbe avvenuto il 16 agosto 1976, dalla costa californiana (un Saturno V che sarebbe stato opportunamente modificato per un lancio in orbita polare, come spiegato successivamente da "moonwalker1966delta", il dichiarato Comandante di Apollo 19 e anch'egli utente di YouTube; specifica infatti egli in una delle sue poche risposte in Rete agli utenti della comunità di files sharing: “ [...] both Apollo 19 and Apollo 20 Saturn V have been modified to reach polar orbit and that is the right reason why you can see saturn V leaved first stage at higher altitude then Apollo usual missions.”).
Dunque, a rigore di logica, il preteso allunaggio sulla faccia lontana della Luna sarebbe avvenuto qualche giorno più tardi. Non comprendo pertanto da dove provenga il dato riferito al 6 agosto 1974 (si veda la pagina 3 del nr. 484 del Giornale Dei Misteri, rubrica Le Vostre Lettere). Inoltre, mi preme sottolineare che una finestra di lancio ottimale - per avere sufficiente luce solare sul lato lontano della Luna - sia rispettata con un presunto liftoff  in data 16 agosto 1976. Proprio anni fa (nel 2007) ne discussi sulla base di un commento tecnico fornitomi da un attento lettore, che qui riproduco:
[...]
Veniamo ora al periodo del presunto allunaggio. Scrive sempre il nostro attento lettore
Francesco Faleg:

<< […] La data della presunta missione è ugualmente oscura, nella sua intervista retiredafb non risponde in modo diretto alle sue domande (lei a un certo punto chiede quando avvenne il lancio, ma non ottiene risposta alla fine). Tuttavia forse è possibile restringere l'intervallo di tempo: si nota facilmente che la superficie è illuminata almeno parzialmente (lo si deduce anche dalle ombre) quindi era un periodo in cui il lato nascosto della Luna era illuminato. Questo trova perfettamente riscontro se si confrontano i luoghi e le date dei vari allunaggi delle precedenti missioni con un banale calendario delle fasi lunari: le missioni erano pianificate per
avere sempre luce solare disponibile, un ragionamento quasi ovvio. Ho ottenuto questi dati attraverso il programma "Pianeti Lontani 5" della Finson, un programma che permette di vedere le fasi lunari in tempi anche lontani (come gli anni '70); in seguito li ho confrontati con i luoghi di allunaggio consultabili qui
http://nssdc.gsfc.nasa.gov/planetary/lunar/moon_landing_map.jpg
In breve la missione Apollo 20, nel caso sia esistita veramente, deve essersi svolta in un periodo preciso, quando il lato nascosto aveva luce e il lato visibile non ne aveva. Nell'Agosto 1976 possiamo identificare una finestra di lancio adeguata. Presupponendo una durata della missione di 4 giorni (possiamo ipotizzarla, data l'importanza della missione) una luminosità ideale si sarebbe avuta allunando il giorno Domenica 22 Agosto per poi ripartire giovedì 26 Agosto. Non essendo preveggente, possiamo comunque indicare il periodo compreso fra il 22 e il 27.>>
da una e-mail di Fracesco Faleg a L. Scantamburlo (2007).
18 Settembre 2007


La copertina di UFO Notiziario nr.71 (ottobre-novembre 2007) con  ulteriori scritti sul caso Apollo 20, con diversi approcci e prospettive (oltre ad opinioni fortemente scettiche sulla credibilità del caso, è presente un articolo di Luca Scantamburlo dove si cita a pagina 22 la data del 16 agosto 1976, come presunta data di lancio di Apollo 20, sulla base delle rivelazioni di "retiredafb")


In realtà "William Rutledge" alias "retiredafb" - chiunque egli sia, un semplice impostore o addirittura qualcuno legato all'identità di un autentico Rutledge, ex astronauta militare per il DoD statunitense - nella sua risposta alla mia domanda nr. 11 in cui chiedo quando fu lanciato Apollo 20, risponde anche se non direttamente: egli cita l'anno 1976, ma non il mese esatto in cui sarebbe avvenuta la messa in orbita (si veda la risposta alla domanda undici della mia intervista, pubblicata su UFO Notiziario nr. 70, agosto-settembre 2007). Apollo 20 sarebbe partito dalla Base Aerea di Vandenberg (un poligono di lancio dell'USAF, che si trova fra Los Angeles e San Francisco, e che si estende per decine di chilometri in lunghezza, e per circa dieci in larghezza) il 16 agosto 1976 secondo quanto asserito altrove (e sempre in Rete) dal dichiarato Comandante di Apollo 20. Questa informazione (vera o falsa che sia) è stata da me ricordata in diversi miei articoli dal 2007 in poi, così come nel mio saggio dedicato al caso. Si prenda ad esempio l'articolo <<Il caso Apollo 20: debunking o cavallo di troia per la verità>>, a mia firma e pubblicato sul nr. 71 del bimestrale UFO Notiziario (pag. 22, ottobre-novembre 2007). Il presunto testimone "retiredafb" riferì la data sin dai primi giorni di divulgazione in Rete, e lo fece nelle note di commento al suo video intitolato "APOLLO 20 Legacy liftoff Apollo 20 saturne 5", un filmato postato il 9 aprile 2007 sul suo canale di YouTube (canale di "retiredafb", video poi rimosso insieme a tanti altri). Anche se i video originari e le relative note di commento di “retiredafb” sono state rimosse, i miei articoli su carta stampata testimoniano quanto da me ricordato sulla presunta data di partenza di Apollo 20. Quindi il modulo di Comando e Servizio ed il Modulo Lunare LM (il “LEM”) avrebbero raggiunto la Luna circa 3-4 giorni dopo, e dunque possiamo ipotizzare attorno al 19-20 agosto 1976, proprio in corrispondenza dell’inizio del favorevole periodo individuato prima. Il dichiarato “W. Rutledge”, inoltre, ha affermato che rimasero sulla Luna per <<7 giorni programmati>>.


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La copertina di UFO Notiziario nr. 70, agosto-settembre 2007, dove fu pubblicata tradotta in italiano l'intervista all'insider "retiredafb", preteso Comandante di Apollo 20.
Intervista e servizio a firma di Luca Scantamburlo



IL MODULO LUNARE, IN BREVE "LM"
Sempre a pagina 3 della Vostra pubblicazione (qui indicata brevemente come GdM, nr. 484, giugno 2012) la vostra firma afferma che "il LEM era progettato per tre persone: due sole avrebbero avuto serie difficoltà a manovrarlo". Tale affermazione è destituita di fondamento storico in quanto il veicolo in questione - indicato in seguito come "LM" e non più "LEM", acronimo ad un certo punto abbandonato dalla NASA anche se la sostanza e la pronuncia non cambia - fu progettato privo di sedili e costruito dalla Grumman proprio per essere pilotato da due (2) persone, e non tre come da Voi indicato. L'equipaggio di tre persone per le missioni Apollo prevedeva infatti un Comandante (CDR), ed un pilota del Modulo di Comando (CMP) con il compito di restare in orbita attorno alla Luna (orbita circumlunare) con il modulo di comando e servizio agganciati (questa sì una capsula triposto, in breve CSM, acronimo di “Command and Service Modules”). Dei tre componenti, due membri dell'equipaggio (il Comandante ed il pilota del Modulo Lunare, LMP) impegnati nelle manovre di allunaggio con il modulo lunare "LM". Nel mio volume Apollo 20. La rivelazione, evidenzio anche che il dichiarato William Rutledge, in qualità di Comandante di Apollo 20 e preteso ex pilota collaudatore - nickname "retiredafb"- mostra di conoscere questioni tecniche ed aspetti storici molto dettagliati e prerogativa di addetti ai lavori.

Ad esempio egli ha affermato che durante la sua segreta missione di allunaggio occupava il finestrino di sinistra del LM (stazione di sinistra del modulo di escursione lunare; si veda la mia intervista in proposito). Di conseguenza l'astronauta compagno dell'allunaggio, avrebbe occupato quello di destra. Ebbene, il cosmonauta sovietico Alexei Leonov - che sarebbe stato anch'egli membro dell'equipaggio di Apollo 20 - è sempre stato indicato come LMP (“Lunar Module Pilot”, Pilota del Modulo Lunare) nella discutibile testimonianza, e consultando testi di storia dell'astronautica in lingua inglese, dopo alcuni anni ho trovato che storicamente il pilota LMP per le missioni Apollo occupava proprio la stazione destra all'interno del LM, dato coerente con le informazioni fornite dal dichiarato William Rutledge (si veda in proposito il capitolo XIII Apollo 19/20: le mie ulteriori rivelazioni, Apollo 20. La rivelazione, di Luca Scantamburlo, Lulu.com, Lulu Press, Inc.,2010). Naturalmente non significa che necessariamente tale personaggio sia chi dice di essere. Tuttavia, tali aspetti non possono essere ignorati. Il caso presenta ricchezza storica e tecnica, e non soltanto un estremo fascino (fascino peraltro riconosciuto dalla Vostra stessa firma giornalistica che ha risposto alla lettera citata, quando la descrive come "una storia appassionante ma falsa", pag. 3, GdM, ibidem).


CONTRADDIZIONI, INGANNI E L'INCIDENTE DI APOLLO 19
Che fra i video diffusi in Rete ed inerenti il caso "Apollo 20" vi siano inganni e dati fuorvianti, l'ho sottolineato in più occasioni. Questo non depone certo a favore della credibilità dei personaggi cosiddetti testimoni, ma affermare che "non ne esiste uno autentico" come sostiene la Vostra risposta, mi pare francamente un'opinione del tutto personale che non rende giustizia alla complessità della divulgazione e della vicenda stessa, che dimostra invece una commistione di video e voci reali (provenienti da archivi), di pregresse missioni lunari ufficiali, con elementi video ed audio di dubbia origine, ma che ritraggono uomini e mezzi impegnati in contesti astronautici. Elementi di contraddizione sono presenti in questo controverso caso, come giustamente ha fatto osservare la Vostra firma Massimo Valentini (e come anch'io ho fatto sin dall'anno 2007). Se la risposta al Vostro lettore M. Monzali data da Massimo Valentini ha dei meriti, è proprio sottolineare che quasi nulla è quello che sembra.
Valentini ha posto giustamente l'accento su una delle diverse contraddizioni del caso, che qui sintetizzo come segue: dapprima "retiredafb" rivelò che l'equipaggio di Apollo 19 (la missione precedente) sarebbe deceduto a causa di un incidente nello Spazio nel tentativo di raggiungere la faccia lontana della Luna, ed in seguito un altro misterioso personaggio utente di YouTube - fattosi chiamare "moonwalker1966delta" – intervistato da me nel 2008, raccontò che in realtà l'equipaggio si salvò dall'incidente. Egli – infatti, qualificatosi come un ex astronauta NASA - ne sarebbe stato il Comandante e sopravvisse.
Il presunto episodio merita tuttavia di essere ricordato con i suoi particolari: Apollo 19 avrebbe impattato contro un oggetto sconosciuto (colpito da un “quasi-satellite”, un "something", qualcosa, forse di origine naturale, o forse no) alla fine della manovra di inserimento translunare (“TLI”, nell'acronimo inglese dell'espressione “Trans Lunar Injection”), e non contro un oggetto alieno sulla Luna. La TLI era una manovra di spinta propulsiva – che cominciava a distanza di circa 3 ore dal momento del liftoff - in cui la navicella Apollo sfuggiva alla gravità terrestre, inserendosi in una studiata orbita translunare ad alta velocità (viaggio dalla Terra alla Luna), grazie alla spinta del terzo stadio del Saturno V, riacceso per circa 5 minuti. Essendo la TLI una manovra di accelerazione che consentiva alla navicella Apollo di lasciare l'orbita di parcheggio terrestre, è evidente che non è corretto riferire – come fatto nel numero citato del Giornale dei Misteri – che Apollo 19 avrebbe impattato contro un oggetto alieno sulla Luna. Di origine artificiale o naturale che fosse, l'oggetto – nel racconto di “retiredafb” e “moonwalker1966delta” - si trovava ancora nel campo gravitazionale terrestre. L'impatto sarebbe avvenuto al termine della TLI (dunque ancora ad una considerevole distanza dalla Luna, che veniva raggiunta dopo un viaggio di almeno 3 giorni). Rispose infatti “retiredafb” nella mia intervista del maggio 2007:

<<Apollo 19 had a loss of telemetry, a brutal end of mission without data. Now the truth is unknown but it seems that it was a natural phenomenon, a collision with a "quasi-satellite ", like Cruithne, or a meteor (the probability is higher I think).>>



Fermi immagine di un filmato che sarebbe stato realizzato all'interno della capsula di Apollo 19 durante il presunto incidente nello Spazio,
nel febbraio 1976: dal video caricato da "moonwalker1966delta", su YouTube
 

Riguardo alle possibilità di una "truffa" o di una "burla" di cui parla il giornalista Massimo Valentini, certamente sono delle possibili interpretazioni del caso Apollo 20. Ma quali sarebbero le ragioni di tale truffa, e quale sarebbe il vantaggio derivato dalla manipolazione dell'opinione pubblica? Io stesso ho chiesto a “retiredafb” - primo a raccontare il caso da protagonista – di provare che egli non fosse un impostore (ipotesi che presi in considerazione). La sua risposta di carattere storico – nell'aneddoto da egli raccontatomi – trovò in seguito alcune conferme. Ma solo a distanza di molto tempo fui capace di avere riscontri alle sue parole (cfr. l'aneddoto sulla bandiera di Apollo 17). Naturalmente, ancora una volta ciò non prova né chi dice di essere né che la sua storia sia fondata ed attendibile. Nondimeno non ci si può esimere dal riconoscere l'estrema complessità della vicenda, raccontata con particolari noti a pochi protagonisti dell'epoca dell'esplorazione spaziale. Se M. Valentini – con la sua feroce critica al caso – vuole sottolineare contraddizioni ed ambiguità dei presunti testimoni, egli fa bene. Ma le motivazioni della parziale manipolazione dell'opinione pubblica che scaturisce dal caso Apollo 20 (per chi assume posizione fideistiche di scetticismo assoluto oppure di fede cieca, senza esercitare il dubbio), non possono essere a mio avviso quelle della semplice burla o della truffa. L'interesse che negli anni ho poi raccolto privatamente da ogni latitudine del globo – con persone che mi hanno scritto in inglese da diversi continenti, dandomi suggerimenti e contributi di analisi – testimoniano che persone dotate di intelligenza e buona cultura (e talora anche addetti ai lavori del mondo scientifico o del volo aereo) sono stati capaci di andare al di là delle contraddizioni evidenti, e di leggere la storia per quello che suggerisce, e che lascia intravedere. Inoltre, nel mio libro ho svolto considerazioni ed approfondimenti che cercano di trovare una logica ad alcune delle diverse contraddizioni rilevate. Dati fuorvianti ed inganni costellano il caso, ma vi è una logica dietro tutto ciò. Non si tratta di meri errori od approssimazioni ed artifizi per dissimulare un inganno.
Ora, prendiamo ad esempio il personaggio "moonwalker1966delta". Valentini lo definisce "poco chiaro". In realtà tale utente di YouTube ha integrato la testimonianza di “retiredafb”, chiarendo tecnicamente alcuni aspetti di essa, ed ha fornito sufficienti indizi riguardo la sua presunta reale identità, e chiunque conosca un minimo di storia dell'astronautica non avrebbe difficoltà ad individuare il suo possibile nome in una ristretta cerchia di astronauti del Programma Gemini. Egli stesso sta continuando (anche nel corrente anno 2012) ad arricchire la testimonianza di Apollo 19-20 con filmati apparentemente inediti di Apollo 19 e soprattutto 20, e note tecniche e storiche divulgate sul suo canale di YouTube, anche se permangono alcune zone d'ombra in merito ad alcuni aspetti di quanto commenta. Nondimeno le sue informazioni - lo ripeto ancora una volta - mostrano talora conoscenze prerogative di addetti ai lavori ai massimi livelli tecnico-scientifici (si veda ad esempio la sua sintetica ma precisa spiegazione dell'acronimo "DPI" o "PDI", spiegazione di cui parlo nel mio saggio Apollo 20. la rivelazione).
Una sigla che si riferisce alla manovre di frenata del modulo lunare, in orbita attorno alla Luna, per poter effettuare successivamente la discesa sul suolo selenico (cfr. il capitolo XIII del mio saggio).

RISPETTO DEI TESTI E DELLE FONTI
Mi pare di intuire che il mio libro Apollo 20. La rivelazione - indicato dal Vostro lettore Maurizio Monzali – non sia stato letto ed esaminato con sufficiente attenzione, altrimenti non avrei trovato scritto sul GdM che il modulo di escursione lunare "LEM" era progettato per tre persone, perché il numero esatto (due in realtà) di astronauti occupanti il modulo lunare si evince bene dalla lettura del mio saggio sul caso Apollo 20, proprio sulla base della testimonianza dei due insiders da me interpellati. Né avrei trovato scritto che Apollo 20 sarebbe allunato il 6 agosto 1974 (una data mai riferita nel contesto testimoniale del caso), perché basta proprio consultare il mio saggio Apollo 20. La rivelazione, per trovare la data del presunto lancio di Apollo 20, indicata da questo discutibile personaggio ("retiredafb"), chiunque egli sia. Si consulti in proposito pag. 230 (Appendice II) dove la data del 16 agosto 1976 è riportata sulla base delle note di commento di YouTube (si veda anche la pagina 44 del capitolo II e la pagina 82 del capitolo III, dove ricordo al lettore del libro sempre il mese di agosto 1976).
Ma senza per forza consultare il mio libro, era sufficiente consultare gli articoli in Rete presenti nel mio sito Web angelismarriti.it, in particolare quello riferito al commento del mio lettore di nome Francesco Faleg, e prima ricordato. Nondimeno lo stesso Valentini dice - rivolgendosi al "signor Monzali" - che conosce "bene gli argomenti trattati nei libri da Lei indicati", ma non dice di aver letto i miei saggi nè di aver letto i miei articoli, e dunque in un certo senso la sua analisi ne risente e ne è figlia. Per conoscere bene gli argomenti trattati, secondo me, non si può prescindere dalla lettura delle due interviste che ho realizzato con i due "insiders", autori della divulgazione in Rete. Per quanto concerne uno dei target delle presunte missioni (la cosiddetta astronave madre aliena) sulla faccia lontana della Luna, Valentini afferma che si tratta di una “semplice depressione del terreno”. A mio avviso si tratta di una mera opinione tutta da dimostrare. Diversi scatti fotografici realizzati dall'equipaggio di Apollo 15 e 17 mostrano – da diverse angolazioni, e con diverse condizioni di luce solare, che si tratta di un oggetto solido di enormi dimensioni, dalla forma sigariforme (lungo circa 4 km). Di natura artificiale o naturale? Su questo si può discutere. Ma per quale motivo l'opinione di Valentini dovrebbe avere più valore della mia? Non ho ancora conoscenza di almeno tre geologi di fama che – in maniera indipendente - si siano pronunciati pubblicamente descrivendo (con sicurezza) il presunto oggetto lunare in esame come una semplice “depressione del terreno” lunare.
Aggiungo un commento sul poligono di lancio spaziale di Vandenberg (California) – su cui Valentini non si esprime sulle pagine del GdM, probabilmente per motivi di scelta, o di spazio di pagina. Ebbene, molti in Rete e sulle pubblicazioni ufologiche, in passato hanno affermato che Vandenberg sarebbe stata una pessima scelta come base da cui lanciare un razzo enorme come il celebre Saturno V, il quale sarebbe stato avvistato (a causa delle enorme dimensioni) e riconosciuto, facendo così venire meno il carattere di segretezza della missione. Proprio consultando testi di addetti ai lavori – e visionando foto degli anni '80 del secolo scorso – ho trovato che semmai è vero proprio il contrario. Scrive infatti il volume Verso lo spazio, scritto a più mani da giornalisti specializzati e scienziati, nel suo paragrafo dedicato alla Vandenberg Air Force Base: “[...] un sito ideale per i lanci verso Ovest e soprattutto verso nord per le orbite polari”. Proprio GdM come ha sottolineato “moonwalker1966delta”: un lancio segreto in orbita polare. Ma il volume da me citato dice anche successivamente: “[...] le colline circostanti, alte fino a 300 metri, impediscono agli estranei la visuale della piattaforma di lancio”.
Passi tratti dal volume Verso lo spazio, dal capitolo I centri spaziali , scritto da Giorgio Rivieccio, giornalista scientifico; pag.16. Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1985.

Sempre nel paragrafo, si ricorda che la base di Vandenberg fu scelta per le missioni Space Shuttle militari, anche se poi il programma fu cancellato (ma questo il volume non lo dice, essendo datato 1985), a seguito del drammatico incidente dello Shuttle Challenger (1986), che cambio la politica della NASA e dell'USAF.
Che le colline di Vandenberg nascondano alla vista di estranei le piattaforme di lancio, si deduce ad esempio prendendo in esame una foto realizzata da un militare dell'USAF (tale Bill Thompson) nell'anno 1985: la foto – che mostra il cosiddetto “Slick 6”, il Complesso di Lancio Spaziale numero 6 (SLC-6) da cui sarebbe partito Apollo 19 nel febbraio 1976 - si trova nel corredo fotografico dell'articolo “Space Shuttle Enterprise Unveiled 35 Years Ago to Star Trek Fanfare”, di Ken Kremer, pubblicato il 18 settembre 2011. La didascalia della foto specifica quanto segue: “Space Shuttle Enterprise at Space Launch Complex 6 (SLC­6 ) at Vandenberg , Air Force Base, on February 1, 1985. Credit: Tech. Sgt. Bill Thompson/USAF”.
Ecco il link a cui accedere per esaminare la fotografia:
Questo il collegamento all'articolo:
Sicuramente nell'anno 1976 la situazione sarà stata analoga, se non ancora più sicura rispetto ad occhi indiscreti.



CONCLUSIONI
Ho la netta sensazione che - fermo restando un sano scetticismo da parte del Vostro Massimo Valentini (autore della risposta alla lettera del Monzali) ed una sana prudenza su un caso controverso e dalla possibile lettura a più livelli - la Vostra rubrica dedicata alle Lettere non abbia risposto esaurientemente alla domanda del Maurizio Monzali. Lo studioso toscano di Borgo San Lorenzo – che so essere attivo collaboratore della S.U.F. del prof. Solas Boncompagni - sottolineava che sarebbe sufficiente che se solo una parte delle affermazioni riportate nei miei testi corrispondessero alla realtà dei fatti, verrebbe rivoluzionata l'intera storia dell'astronautica e dell'esplorazione spaziale. I miei ultimi comunicati stampa - scaricabili dal sito www.angelismarriti.it - indicano che almeno una verità appare altamente probabile: le potenze USA ed URSS, durante gli anni'70 del secolo scorso, furono impegnate in attività astronautiche segrete e congiunte (con equipaggi misti). Sugli obbiettivi reali di tali missioni e sui loro tempi, si può naturalmente discutere a lungo, pro e contro, non essendoci ancora sufficiente chiarezza in merito a dati scientifici e testimonianze.
Personalmente io mi sono limitato a porre la questione giornalistica della testimonianza controversa di questi dichiarati insiders (dall'identità dubbia), e con le mie modeste forze ho tentato di dare alcune risposte e di interpretare provvisoriamente dati ed affermazioni sconcertanti, inseriti in un contesto plausibile. Ma l'ho fatto più recentemente anche incrociando i dati ed i ricordi di terzi, di altre persone che al tempo dei presunti fatti asseriscono di aver intercettato voci radio analoghe e coerenti con alcuni fatti narrati nel caso Apollo 19-20. Personaggi che mi hanno contattato a seguito della divulgazione del caso stesso.
In ultima analisi - fermo restando che ognuno è libero di giudicare come crede e legittimamente il giornalista M. Valentini argomenta il caso invitando il lettore a prendere le distanze dalla storia di Apollo 20 (storia che egli giudica non veritiera, a differenza del mio punto di vista che ritiene il caso degno di estrema attenzione, in quanto contiene a mio avviso alcuni elementi di una verità occulta, mescolati ad arte con dati fuorvianti) – mi auguro che la prossima volta che la Vostra pubblicazione darà risposte a lettere che interpellano il Giornale su presunte missioni spaziali segrete, fornirà senza dubbio una lettura critica più rigorosa e fedele alle fonti ed alle testimonianze coinvolte. Seppur controverse e di difficile lettura. Nel rispetto della difficile ricerca della verità e del pregresso lavoro giornalistico altrui.
Una rivista storica e prestigiosa come la Vostra, lo deve ai Suoi attenti lettori appassionati del mistero; perlomeno questa è la mia sincera opinione.

Luca Scantamburlo, 13 luglio 2012
freelancer socio della F.L.I.P. (Free Lance International Press di Roma)
e della I.A.P.P. (International Association of Press Photographers).

Lo scrtto sopra riportato è liberamente riproducibile in Rete, a condizione che non venga alterato e che venga sempre specificato l'Autore, la data e le fonti bibliografiche. Sito Web dell'Autore: www.angelismarriti.it


FONTI BIBLIOGRAFICHE E DI RIFERIMENTO:

Verso lo spazio, AA.VV., Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1985

Apollo 20. La rivelazione, di Luca Scantamburlo, Lulu.com, Lulu Press, Inc., USA, seconda ristampa, genn. 2011 (prima edizione, dicembre 2010).

UFO Notiziario, nr.70, agosto-settembre 2007

UFO Notiziario, nr. 71, ottobre-novembre 2007

APPROFONDIMENTI SUL CASO APOLLO 20,
di Luca Scantamburlo, 18 Settembre 2007

Dai commenti al video “APOLLO 19 LAUNCH
caricato su YouTube da moonwalker1966delta in data 20 novembre 2009
in risposta a commento di utente YouTube (anno 2010)

Canale di moonwalker1966delta su YouTube
Space Shuttle Enterprise Unveiled 35 Years Ago to Star Trek Fanfare”
di Ken Kremer, 18 settembre 2011

AN ALIEN SPACESHIP ON THE MOON: INTERVIEW WITH WILLIAM RUTLEDGE,
MEMBER OF THE APOLLO 20 CREW
di Luca Scantamburlo, 25 maggio 2007

AN INTERVIEW WITH APOLLO 19 COMMANDER
di Luca Scantamburlo, 15 settembre 2008

Fonte: www.angelismarriti.it, di L. Scantamburlo, (C) 13 luglio 2012

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©  L. Scantamburlo - www.angelismarriti.it
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2 commenti:

  1. Poiché conosco molto bene Luca Scantamburlo, in quanto, oltre che amico anche relatore di elevata caratura nei miei meeting internazionali d'Ufologia, inviterei il giornalista M. Valentini ad assumere una posizione meno scettica, dettata visibilmente dall'approfondimento logico dei testi di Scantamburlo. Prof. Sebastiano Di Gennaro (Direttore dell'USAC-Centro Accademico Studi Ufologici)

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  2. Ciao Luca, ottima idea questo blog.
    Che diventi un luogo di confronto, serio, corretto, e teso verso la verità, tutta da scoprire e investigare, con lo spirito di serena obiettività che anima il vero ricercatore.

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